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Lega: «Cartelli in bergamasco a Romano, ma Romą ha l'accento»

ROMANO Un accento non č mai stato cosģ importante, almeno per la Lega di Romano. Il gruppo consiliare del Carroccio, infatti, ha presentato una mozione in cui chiede alla Giunta di aggiungere i cartelli stradali con il nome del paese in bergamasco. E in dialetto, appunto, Romano diventa Romą, con l'accento sulla «a» che distingue la cittadina della Bassa dalla capitale, quella che i leghisti definiscono «Roma ladrona». Per evitare l'errore, il capogruppo della Lega, Romualdo Natali, sottolinea: «Mi raccomando l'accento sulla parola Romą, perché senza vuole dire tutta un'altra cosa».
Č tutta questione di un accento. Se si dimentica, si fa un salto a Sud di circa seicento chilometri, da Romano a Roma. Ma cosa lega la cittadina della Bassa alla capitale? Per assurdo, il nome in bergamasco di Romano, che tradotto diventa appunto Romą, con l'accento sulla a. E il gruppo consiliare della Lega Nord di Romano, che ha presentato una mozione in cui si chiede alla Giunta comunale di aggiungere ai cartelli stradali indicanti la denominazione del Comune in lingua italiana anche quello in bergamasco, raccomandano appunto di non dimenticare l'accento sul nome del paese in dialetto, sia mai che venga confuso con «Roma ladrona», come i leghisti definiscono la capitale. E Romualdo Natali, capogruppo consiliare della Lega Nord di Romano, tiene infatti a sottolineare: «Il nome in bergamasco sarebbe Romą Lumbard o Lombard, mi raccomando l'accento sulla parola Romą, perché senza vuole proprio dire tutta un'altra cosa. La nostra č una proposta per salvaguardare meglio la nostra cultura, le nostre tradizioni e la nostra lingua, in linea con una specifica risoluzione del Consiglio d'Europa, la numero 192, che tutela e promuove le culture e le parlate locali».
Operazione, quella dei cartelli toponomastici in bergamasco, che č gią stata fatta in diversi Comuni della provincia a guida leghista o dove la Lega Nord fa parte della maggioranza. Nella zona di Romano e della Bassa, ci sono gli esempi di Bariano e Pumenengo: cartelli su fondo marrone con il nome del paese in bergamasco scritto in bianco fanno bella mostra ai confini del territorio comunale. La richiesta riguarda ora Romano, dove perņ governa una coalizione di centrosinistra e la Lega Nord si trova tra i gruppi consiliari di minoranza insieme a Forza Italia e alla lista «Patto per Romano». La mozione verrą illustrata in una delle prossime sedute del Consiglio comunale e dovrą poi essere votata dal parlamentino cittadino.
Al momento all'ingresso di Romano, oltre ai cartelli toponomastici con l'indicazione del Comune, ce ne sono altri che indicano l'appartenenza della cittadina al Parco del Serio, la presenza di un sistema di videosorveglianza e l'avviso che Romano č la cittą natale di Giovan Battista Rubini, Rinaldo Pigola e Antonio Tadini, tre personaggi illustri della storia della cittadina della Bassa orientale. Tutti cartelli e indicazioni rigorosamente in italiano.
Ma se per tradurre Romano in bergamasco basta fare attenzione all'accento, non bisogna dimenticare che c'č anche il «di Lombardia» a completare la denominazione ufficiale della cittadina della Bassa, per non confonderla con altri comuni con lo stesso nome presenti in Italia, e quindi anche questo andrebbe tradotto in bergamasco. Diventerebbe Romą Lumbard o Lombard, bisogna ancora decidere quale delle due forme suona meglio. Nel testo della mozione presentata, i tre consiglieri della Lega Nord di Romano avanzano anche delle puntualizzazioni linguistiche su come, in altri Comuni, la denominazione di paesi, localitą e contrade non č stata tradotta correttamente. «In provincia di Bergamo, ad esempio - riporta la mozione del gruppo consiliare leghista di Romano -, il toponimo dialettale Tņr de Rņer (zona franosa) č stato trasformato in Torre de Roveri (ma rovere in dialetto si traduce "ruer"), oppure la frazione di Ubiale, Cą Zanini, č stata italianizzata in un incomprensibile Cassanino».
Per concludere, Romualdo Natali porta degli esempi di localitą, da Nord a Sud, che hanno adottato i cartelli bilingue: «Ci sono comuni, anche fuori dalle regioni a statuto speciale, che hanno ufficializzato il bilinguismo e hanno adottato con una propria delibera i cartelli stradali in due lingue: il comasco Magreglio, gli udinesi Qualso e Tavagnacco, i nuoresi Finiscole e Lunula, il sassarese Alghero, il palermitano Piana degli Albanesi e il torinese Pragelato, quest'ultimo sede di alcune gare delle Olimpiadi invernali di Torino appena concluse».
G. B. R.

 
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