Dallo stabilimento bergamasco ogni anno escono 5 milioni di batterie: il 90% indirizzato al settore auto Polo d'innovazione, dopo le «sigillate», l'impianto di Romano sviluppa gli accumulatori per veicoli elettrici
Un centro d'eccellenza dal punto di vista industriale, ma anche da quello della ricerca e dello sviluppo dei prodotti. È così che si presenta oggi la Exide Italia srl di Romano di Lombardia, capofila italiana del gruppo Exide Technologies, il colosso americano degli accumulatori che trae le sue origini niente meno che dall'iniziativa imprenditoriale del 1895 di Thomas Edison, il padre della lampadina.
Polo di ricerca della dimensione europea del gruppo Exide fin dal 1995 (anno in cui l'allora Sinac-Società Industriale Accumulatori - che a sua volta aveva ereditato la tradizione italiana nella produzione di accumulatori della «divisione batterie» della Magneti Marelli - veniva rilevata dal gruppo americano) lo stabilimento di Romano di Lombardia oggi è diventato centro di sperimentazione delle innovazioni per il gruppo. Non solo dai suoi laboratori sono nate le intuizioni che hanno, di fatto, rivoluzionato il settore delle batterie auto (dalla sede bergamasca sono usciti i primi prototipi di batterie «sigillate» che non hanno bisogno di manutenzione), ma a Romano già si è proiettati verso una dimensione innovativa del mondo dei trasporti e, di conseguenza, del ruolo più centrale ancora che la batteria potrà avere nei prossimi decenni. In pratica, sul fronte dell'innovazione ci si sta orientando anche allo sviluppo di accumulatori dedicati al settore dei veicoli elettrici: prodotti che, per le specifiche caratteristiche dei mezzi in questione, valgono nel loro ruolo non più come semplice strumentazione per «dare vita» all'automobile o alla motocicletta del caso, ma vero e proprio «serbatoio di energia» per far correre gli stessi mezzi.
Nel frattempo l'attività industriale dello stabilimento bergamasco continua a pieno ritmo. Ogni giorno, dalle sei linee di produzione che costituiscono l'essenza dell'impianto di Romano (dove operano circa 500 lavoratori), escono 22 mila batterie per avviamento, per un totale annuo che si aggira intorno ai 5 milioni di pezzi: 4,5 milioni riservate al settore auto e il restante per trattori, camion e bus. E se l'aspetto industriale si distingue per una tecnologia spinta sulla linea produttiva che, grazie all'automazione, permette elevati livelli di flessibilità produttiva, l'aspetto manageriale è altrettanto caratteristico in quanto ad una realtà verticistica si è preferito dar vita ad un'organizzazione per aree con un «board» collegiale che costantemente monitora e istruisce le linee di comportamento del gruppo: un board composto dal direttore delle risorse umane Marco Valerio Panci , dal direttore dello stabilimento, Gian Marco Farina, dal direttore finanziario Andrea Sanvito, dal direttore dello Sviluppo Prodotto Giovanni Mologni, dai direttori commerciali Pietro Tinelli e Marco Noli, dal direttore della divisione industriale Giuseppe Matera, dai direttori europei della logistica Enrico Occelli, del processo e dell'ingegnerizzazione Giuseppe Fossati, del prodotto Ilario Carzaniga, della qualità Umberto Pellegri e dal direttore degli stabilimenti ICS, Massimo Verzegnassi.
«Romano di Lombardia nel contesto del Vecchio Continente della presenza Exide rappresenta il polo di ricerca europeo - spiegano i vertici dell'azienda -. La tecnologia che utilizziamo, la tecnologia del metallo espanso inventata qui nel 1980 e in seguito costantemente elaborata ed aggiornata, è stata esportata per applicarla negli stabilimenti Usa di Exide fin dal nostro ingresso nel gruppo, nel '95. Per Exide l'impianto di Romano di Lombardia è un modello: nei nostri laboratori di ricerca e sviluppo, dove operano 12 tecnici, stiamo lavorando per una nuova innovazione tecnologica: la batteria a ricombinazione di gas. In pratica l'elettrolito della batteria è immobilizzato in particolari separatori: l'obiettivo è quello di dare vita ad una batteria ad elevata resistenza al ciclaggio. Un progetto sviluppato in collaborazione con Bmw». Un laboratorio a ciclo completo: a Romano di Lombardia, infatti si costruiscono i prototipi, si provano, si verificano le prestazioni e si predispone la documentazione per l'omologazione e la sua industrializzazione per la produzione in serie.
E dal punto di vista operativo, i 5 milioni di pezzi che ogni anno escono dallo stabilimento bergamasco quasi tre quarti della produzione è destinata al mercato italiano. Allo stesso modo, circa il 75% delle batterie prodotte sono destinate al mercato del «primo impianto» (montaggio diretto delle case automobilistiche sulle vetture nuove). Il restante 25-30% raggiunge il comparto dell'«after market»: il mercato del ricambio. «Tra i marchi che installano i nostri accumulatori sui loro mezzi ci sono Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Bmw, Suzuki, Peugeot, Citroën, Pininfarina, Piaggio, Iveco, Irisbus, Gruppo Same Deutz-Fahr, Case New Holland, Fiat Kobelco, Aprilia, Elnagh, Astra».
Lo scorso anno Exide Italia ha realizzato un fatturato «di 180 milioni di euro: il 25% dei 600 milioni che a livello consolidato abbiamo realizzato a livello europeo. Un dato in linea con quanto segnato nel 2004 e che, ovviamente, contiamo di migliorare quest'anno».
Accumulatori per auto, sì, ma non solo. La Exide Italia produce batterie cosiddette «industriali» che, nella loro sezione «trazione», sono destinate a carrelli elevatori, piattaforme di sollevamento, veicoli di servizio di stazioni ed aeroporti, macchine per la pulizia industriale e urbana, mentre nella sezione «stazionario» vengono impiegate nei sistemi di alimentazione per centrali telefoniche ed elettriche, ospedali e siti informatici. Ma le batterie Exide vengono utilizzate anche dall'Esercito Italiano: gli accumulatori bergamaschi sono infatti installati su molti mezzi tattici utilizzati dai nostri militari anche grazie al fatto che, oltre alle numerose certificazioni che accompagnano le produzioni di Exide a Romano c'è anche quella Nato.
E la qualità resta la chiave di volta anche se, al momento, la concorrenza cinese (così come invece avviene per altri settori industriali europei) non appare come un pericolo reale: «L'accumulatore per autoveicoli, come tutte le batterie grandi e piccole, ha una data di scadenza e necessita di comportamenti di attenzione e cura che rendono svantaggioso il trasporto sulla lunga distanza». In ogni caso, sottolineano a Romano, «la nostra è una produzione orientata a batterie ad alto valore aggiunto, quindi, innovative, altamente tecnologiche e di qualità. Un risultato che stiamo sviluppando anno dopo anno anche attraverso partnership di ricerca con i costruttori di auto che ci affidano l'attività di sviluppo di alcuni loro progetti e, contestualmente ci affidano la produzione di batterie in "co-branding": chiedono cioè batterie su misura che diventano anche ricambi originali, quindi da loro marcati e che portano la dicitura "by Exide"».
Per quanto riguarda il futuro, grande attenzione viene riservata alle batterie per i mezzi elettrici. «La nostra esperienza parte dai risultati che abbiamo già ottenuto nel caso dei veicoli ibridi, ovvero dotati di motori che funzionano in alternativa a regime elettrico o a carburante. Stiamo sviluppando un significativo impegno di ricerca sul fronte dei mezzi elettrici anche se, determinante in questo contesto, sarà l'impianto della legislazione futura che i governi dei prossimi anni vorranno impostare». Nel frattempo, da Romano in termine di batterie per veicoli elettrici esce circa il 90% delle batterie destinate a veicoli elettrici: in termini di produzione circa 9 mila batterie l'anno dedicate ai bus e minibus (coprendo quasi il 100% del mercato nazionale) e agli scooter (con una quota vicina al 75%).
P. P.