Virus dei suini Finita l'emergenza nella Bergamasca
È finita l'emergenza legata alla malattia vescicolare da enterovirus del suino (mvs), emergenza scoppiata alla fine del 2006 quando, per quanto riguarda la provincia bergamasca, l'infezione si era diffusa in un allevamento di Romano di Lombardia portando all'abbattimento di 3.300 maiali. Successivamente anche a Parre 24 suini erano stati abbattuti per via di un focolaio di mvs. L'infezione aveva colpito una decina di allevamenti lombardi portando a sopprimere ottomila animali. La malattia vescicolare del suino è infettiva, contagiosa e molto resistente all'ambiente, anche se non ha effetti sull'uomo.
Adesso comunque il responsabile del servizio sanità animale-Dipartimento veterinario dell'Asl di Bergamo, Eugenio Testa, finalmente comunica che «sono stati estinti i focolai di mvs, sono state quindi revocate le zone di protezione e sorveglianza istituite a suo tempo e sono state concluse le operazioni di ri-accreditamento di tutti gli allevamenti suinicoli attivi sul territorio provinciale». Dopo questa serie di operazioni, il ministero della Salute nei giorni scorsi, in una comunicazione ufficiale ripresa dalla direzione generale della Sanità della Regione Lombardia «ha concesso il ri-accreditamento dell'intero territorio provinciale nei confronti della malattia vescicolare del suino».
Vengono così a cadere le pesanti limitazioni che lo stesso ministero della Salute aveva imposto nei riguardi della movimentazione dei suini del territorio orobico verso le restanti province d'Italia, limitazioni che hanno pesato gravemente sugli allevamenti del settore.
«Il risultato ottenuto - prosegue il dottor Testa - corona uno sforzo che ha visto il personale di questo dipartimento impegnato al limite delle proprie capacità di risposta, fin dalla metà di ottobre 2006, nell'esecuzione dei capillari controlli richiesti. Sono stati controllati più volte, mediante batterie di prelievi ematici da 59 campioni per intervento, più di 280 allevamenti suinicoli per un totale di prelievi che si aggira tra i quindicimila e ventimila campioni».
La guardia rimane alta nei confronti di tale patologia infettiva, come impone la situazione del resto della Lombardia, «ma viene a concludersi una lunga fase di emergenza risoltasi nel più breve tempo possibile grazie a un ormai rodato spirito di collaborazione tra veterinaria pubblica e allevatori del settore».
Intanto sono in corso le operazioni di liquidazione dei danni dirette agli allevatori colpiti dai focolai di mvs che hanno obbligatoriamente dovuto procedere all'abbattimento e alla distruzione dei propri animali.