Apertura: tutte le domeniche, giorni festivi ed ogni primo sabato del mese ore
Ingresso: gratuito
CENNI
STORICI
Nel marzo 1995, lartista Rinaldo Pigola donò
alla sua città natale, Romano di Lombardia, 42 opere da lui eseguite
nellarco di quasi cinquantanni. Da qui nacque la collezione,
attualmente ospitata nel Palazzo della Comunità (o Palazzo della
Ragione). Ledificio trecentesco, è stato più volte rimaneggiato, in
particolare nel 500 e nel 700; unultima ristrutturazione si è
conclusa di recente. La facciata del Palazzo, su cui campeggia un grande
leone di S.Marco in pietra arenaria, è a corsi di ciottoli di fiume
alternati a mattoni; poggia su grossi pilastri collegati da grandi archi
leggermente ribassati ed è decorata da un elegante cornicione in cotto.
Sotto larcata esterna è collocato un tavolo in pietra di Zandobbio:
si tratta probabilmente di un reperto di epoca romana, originariamente
di forma ottagonale, ma spezzato a metà nel 1609, riutilizzato fino al
XIX secolo come banco per la vendita del pesce. La collezione è esposta
in due vaste sale del primo piano, una delle quali sede del consiglio
comunale.
CRITERI
ESPOSITIVI - ITINERARIO DI VISITA
La collezione (intitolata anche alla moglie del donatore Anita Dodesini,
deceduta nel 1989) offre una panoramica del percorso artistico di
Rinaldo Pigola, nato nel 1918 a Romano di Lombardia, tuttora attivo a
Milano dove vive. Le opere sono esposte seguendo un ordine cronologico.
Quelle appartenenti alla prima fase della produzione dellartista sono
collocate nella sala consiliare: si tratta di disegni e dipinti ad olio
e tempera, su tavola, tela e carta. Sono ritratti, nature morte,
paesaggi che illustrano ambienti caratteristici di Romano di Lombardia.
Si aggiungono alcuni polimaterici eseguiti a partire dagli anni 60.
Qualche titolo: Paesaggio a Romano Ultima neve (1944), Madonna
Fontana (1944), Bambino col sacco (1950), Ritratto di Anita (1949/50 e
1987), Fiori (1950), Farfalla sulla finestra (1950). Nella parete di
fronte allingresso è collocata una grande tela dello stesso autore,
acquistata direttamente dal Comune, che rappresenta il mondo rurale
locale. Nella stanza attigua sono in mostra le composizioni
polimateriche, su tela o tavola, di più recente esecuzione e tre
piccole sculture in ferro e cemento: Maternità, Il gatto, Il Crocifisso
(1989). Titoli di alcune composizioni: Viaggio al nord (1961), Struttura
in blu (1973), Rosso (1977), Ocra (1989). La donazione è ampiamente
illustrata nel volume Donazione Anita e Rinaldo Pigola. Disegni,
dipinti e sculture, edito dal Comune di Romano di Lombardia nel marzo
1995.
MUSEO DI GIOVAN
BATTISTA RUBINI
Informazioni
generali:
Via Comelli 2 - Romano di Lombardia (Bg)
tel. 0363/910810
Apertura:
Domenica
Ingresso:
gratuito
CENNI
STORICI
Il museo fu fondato nel 1872 per lascito
testamentario di Adelaide Comelli, vedova di Giovan Battista Rubini,
famoso tenore nato a Romano di Lombardia nel 1794 e morto nel 1854. Il
museo è collocato nel palazzo Rubini, fatto costruire dall'artista nel
1845. L'edificio fu progettato dall'arch. Pagnoncelli di Bergamo, lo
stesso che aveva progettato, a Romano, il palazzo municipale e la casa
di campagna di Rubini, detta "la Gasparina". E' in stile
tardo-neoclassico; presenta ambienti decorati con affreschi e stucchi e
pavimenti in mosaico alla veneziana. Ha un cortile interno con
porticato; nella pavimentazione è riprodotto lo stemma Rubini con tre
tondi che indicano le pietre preziose del cognome. I piani superiori
sono adibiti a scuola; l'utilizzo dell'edificio per le scuole superiori,
per più di cento anni, ha nuociuto assai alla conservazione del palazzo
il cui restauro è ancora in corso. La moglie Comelli, francese (il
cognome è italianizzato) era un soprano. Sopravvisse vent'anni al
marito e, nel frattempo, ne raccolse le memorie.
CRITERI
ESPOSITIVI - ITINERARIO DI VISITA
Il museo, che un tempo occupava una sola sala al primo piano detta
"sala ovale", occupa oggi cinque stanze contigue a piano
terra. Nell'atrio sono esposte fotografie e litografie riguardanti il
tenore. Nella prima sala, detta "del biliardo", vi sono le
memorie legate alla vita di Rubini e dei suoi più stretti familiari:
ritratti, arredi, vesti. Nella seconda sala vi sono i ricordi di Rubini
cantante; è detta "del pirata" per l'affresco del personaggio
che gli aveva dato la fama. E' un grande salone dove avvenivano le
audizioni musicali e le feste. La terza sala, con soffitto affrescato,
raccoglie arredi e oggetti che decoravano gli ambienti dove viveva la
famiglia. Presenta anche quadri che mostrano luoghi raggiunti dal tenore
nella sua attività. Nella quarta sala, arredata come quadreria, sono
esposte le moltissime stampe che Rubini acquistava nelle grandi capitali
europee, oppure riceveva in dono. La vedova del tenore volle anche, con
lascito testamentario e per rispetto della volontà del marito, che
tutti gli immensi beni accumulati dal Rubini in vita, fossero lasciati
ad alcuni enti cittadini in favore di cantanti poveri e che, nel
palazzo, fosse fondata una scuola superiore.
MUSEO MEMORIA
DELLA COMUNITA'
Informazioni
generali:
Piazza della Rocca - Romano di Lombardia
tel.: 0363/901875 (sig.
Sergio Cominelli)
Apertura:
Giovedì
Sabato
Domenica
Ingresso:
gratuito
Informazioni visite:
sono possibili visite in altri orari previa prenotazione al n.
0363/912186.
CENNI
STORICI
Nel 1946 iniziò, da parte della sezione di
Romano di Lombardia dell'Associazione Combattenti e Reduci, ed in
particolare del suo segretario Pietro Garavelli, la raccolta di cimeli
militari delle varie guerre e delle fotografie dei caduti romanesi. Lo
scopo era quello di onorare degnamente i concittadini caduti in
battaglia. Negli anni la collezione si arricchì, tanto da permettere
l'apertura di un piccolo Museo Sacrario nel 1965. Continuando le
donazioni, la raccolta necessitò di maggiori spazi; nel 1991 fu
quindi trasferita in alcuni locali situati al primo piano della Rocca
Viscontea e prese il nome di "Museo della Memoria della Comunità".
La Rocca è un imponente castello duecentesco, più volte
rimaneggiato. Le migliorie e le modifiche apportate nei secolo hanno
prodotto una sovrapposizione di elementi architettonici di epoche e
stili diversi, a cui comunque il tempo ha ridato unitarietà. La
roccaforte è a pianta pressoché quadrata, con quattro alte torri
agli angoli e mura merlate. Vi si accede tramite un portale protetto
da un avancorpo a torre, che era munito di un ponte levatoio, ora
sostituito da un ponte in muratura. All'interno vi sono due cortili
denominati "Corte grande" e "Corte della cancelleria
veneta". Interessanti la sala di rappresentanza ("Sala
grande") e la cappella ("Chiesiola").
CRITERI
ESPOSITIVI - ITINERARIO DI VISITA
Il museo è ancora parzialmente in allestimento. In tre sale
comunicanti è custodita una grande quantità di materiale raccolto
negli anni che viene continuamente incrementato, perché le donazioni
proseguono. Una quarta sala ospita la sede dell'Associazione
Combattenti e Reduci. Sono esposti soprattutto reperti militari, tra i
quali: una croce ricavata da un bossolo, divise di vari corpi, armi,
bombe, elmetti, cimeli di prigionia, epistolari, documenti, targhe,
fotografie, i documenti personali e militari del gentile. Perrucchetti
fondatore del corpo degli Alpini, una cassettina del pronto soccorso
della guerra 1915-18 completa di ogni accessorio, una serie di
fotografie tridimensionali della prima guerra mondiale.